È una festa molto antica di origine gerosolimitana e ne parla nel suo diario la pellegrina Egeria nel IV sec.
Il manuale dell’iconografia bizantina di Dionisio di Furnà risalente al 1.700 codifica la scena con molta eleganza e profondità spirituale.
La montagna che si erge sulla sinistra dell’icona è il Monte degli Ulivi da dove Gesù scende per entrare a Gerusalemme. Essa culmina in una cima con due punte a significare che Cristo ha due nature, quella divina e quella umana.
L’asino rappresenta l’elemento materiale dell’uomo, Cristo lo cavalca come lo Spirito deve cavalcare la materia.
La palma fra la montagna e la città di Gerusalemme è l’immagine di Cristo che colma il vuoto tra il monte di Dio (Divinità) e la città (umanità).
Cristo è seduto in modo innaturale sul puledro, non guarda la città che lo accoglie in trionfo perché sa che in pochi giorni lo rinnegherà.
La Domenica delle Palme è la festa dei bambini che nell’Icona non chiedono “chi è costui“ ma le loro grida ”Osana al figlio di Davide “ suscitano l’indignazione dei farisei e scribi.
©️ Vassili Dendramis
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